giovedì 16 agosto 2012

Taranto-lati


Premessa


Articolo 41 della Costituzione Italiana


L'iniziativa economica privata è libera.
Non può svolgersi in contrasto con l'utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana.
La legge determina i programmi e i controlli opportuni perché l'attività economica pubblica e privata possa essere indirizzata e coordinata a fini sociali.

Articolo 25 della Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo

1. Ogni individuo ha il diritto ad un tenore di vita sufficiente a garantire la salute e il benessere proprio e della sua famiglia, con particolare riguardo all'alimentazione, al vestiario, all'abitazione, e alle cure mediche e ai servizi sociali necessari, ed ha diritto alla sicurezza in caso di disoccupazione, malattia, invalidità vedovanza, vecchiaia o in ogni altro caso di perdita dei mezzi di sussistenza per circostanze indipendenti dalla sua volontà.
2. La maternità e l'infanzia hanno diritto a speciali cure ed assistenza. Tutti i bambini, nati nel matrimonio o fuori di esso, devono godere della stessa protezione sociale.



Lotta impari tra la morte e la morte

Taranto e l'ILVA sono nomi che in questi giorni si sentono spesso in giro. I giornali fanno a gara a chi spara il titolo più incisivo sulla vicenda in corso. L'Italia e gli italiani finalmente si rendono conto dell'enorme problema che affligge tutta la città e l'intero territorio circostante.



Purtroppo questa è una vicenda che va avanti da decenni e gli abitanti di Taranto e provincia la conoscono bene. L'aria rossa, le colonne di fumo altissime, le ciminiere senza fine, la distesa di impianti, capannoni, nastri trasportatori, depositi, palazzoni grigi sono ormai parte del paesaggio. 


Grazie alla caparbia e alla diligenza di un giudice ora questo mastodontico problema può diventare la spinta per aprire una discussione sulla situazione dell'impatto ambientale che le aziende hanno sul territorio e sulle persone.


È vero oggi l'ILVA dà lavoro a migliaia di persone e contribuisce in modo non indifferente allo sviluppo, se pur sotto zero, del Paese, ma a quale prezzo?
Il ricatto del lavoro per la salute è ormai anacronistico. Ci sono i mezzi per garantire la produzione e mettere in sicurezza l'area. Anche se questo dovesse significare bloccare tutto, installare i dispositivi di sicurezza e riavviare la produzione. Ovviamente portando avanti una seria opera di bonifica del territorio.

Non si può bloccare la produzione? L'impianto non ripartirebbe più?

Allora come la mettiamo con le persone. Si, le persone, quelle che lì ci vivono, quelle che all'ILVA ci lavorano e quelle che non ci hanno mai messo piede, ma che hanno lo stesso destino segnato da una morte lenta per tumore o leucemia o malattie respiratorie.
Per non parlare poi dei migliaia di animali abbattuti perché contaminati da diossina e dei campi che rimarranno incoltivabili per chissà quanti anni. 

Non si può morire per lavorare, non si può uccidere per correre dietro al progresso, una sola vita umana vale 100 acciaierie. Su questo spero che siamo tutti d'accordo.


Parliamo di PIL, di economia, di produzione, di orgoglio nazionale per la più grande acciaieria d'Europa, e poi di giustizia crocifiggendo un giudice solo perché ha fatto bene il suo lavoro.


Infatti domani si recheranno a Taranto i ministri Corrado Passera (ministro per lo sviluppo economico, ministro delle infrastrutture e dei trasporti), Corrado Clini (ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare) e la ministra Paola Severino (ministro della giustizia), mentre del ministro della salute (Renato Balduzzi) non si ha notizia. Probabilmente nessuno lo ha interpellato sul caso o probabilmente una svista. Una svista, quella sulla salute che dura da decenni. Anche il ministro del lavoro magari un giretto a Taranto se lo poteva fare.

Comunque quando si tratta di queste visite di cortesia, come ai malati e ai moribondi, il dubbio della presenza di facciata resta sempre. Questa volta però è palese l'intendo della spedizione governativa, intimidire la magistratura per rimodellare e ridimensionare una decisione giusta.


Secondo me visto che nella vicina Melpignano (LE) si tiene in questi giorni la Notte della Taranta, festival dedicato all'antica danza salentina, forse i ministri ne approfitteranno per ballare un po'.

In ogni caso balleranno e comunque vada torneranno a Roma un po' Taranto-lati.

Cari ministri venite a ballare in Puglia 


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