lunedì 15 aprile 2013

Un essere umano che conosceva il significato di questa parola



Vittorio Arrigoni e Handala (Carlos Latuff)
Il 14 aprile del 2011, Vittorio Arrigoni, cooperante e reporter da Gaza, nonché attivista per i diritti umani, veniva rapito da un gruppo terrorista appartenente all'area jihadista salafita. Dopo meno di ventiquattrore dal rapimento, nella notte tra il 14 e il 15, veniva giustiziato.

Vittorio Arrigoni era un attivista che aveva deciso di dedicare la vita all'umanità e alla difesa dei diritti dell'uomo, pacifista e sostenitore della soluzione binazionale per risolvere il conflitto tra israeliani e palestinesi.
Era a Gaza da diversi anni per denunciare lo stato critico dei diritti della popolazione palestinese nella Striscia di Gaza tramite blog e collaborazioni con giornali come "Il Manifesto" e trasmissioni radiofoniche. Terminava ogni suo intervento con la frase simbolo "Restiamo Umani".
Finito fin da subito nella lista nera delle persone sgradite allo stato di Israele era oggetto da tempo di minacce e nel 2005 fu fermato e picchiato da militari israeliani.
Nel 2011 la sua morte riportò l'attenzione sul conflitto israelo-palestinese da parte dei media e soprattutto un moto di sdegno sulle condizioni disumane del popolo palestinese sempre più calpestato e ignorato dall'informazione spesso disattenta, ma ancor più spesso complice.

Gli assassini di Vittorio Arrigoni sono stati processati e condannati all'ergastolo dopo che la famiglia di Vik (così si faceva chiamare) si è detta contraria alla pena di morte.

Oggi a due anni dalla sua morte vorrei ricordarlo con una citazione di Moni Ovadia che l'ha definito "Un essere umano che conosceva il significato di questa parola".
Ciao Vik
Restiamo Umani



Nessun commento:

Posta un commento

... lascia un commento al post.