giovedì 31 maggio 2012

Rapporto Annuale 2012 di Amnesty International


Amnesty International è una ONG (Organizzazione Non Governativa) nata nel 1961 che si occupa del rispetto e della promozione dei diritti umani in tutto il mondo sanciti dalla Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo.
Ha ricevuto il premio Nobel per la Pace nel 1977 per l'attività di "difesa della dignità umana contro la tortura, la violenza e la degradazione."


Ogni anno Amnesty International pubblica un rapporto sulla situazione dei diritti umani nelle varie aree del mondo, analizzando nel dettaglio ogni Paese.
Il Rapporto Annuale 2012 arriva dopo un anno, il 2011, pieno di eventi che hanno influenzato direttamente e indirettamente molti aspetti relativi ai diritti umani. Pensiamo alla così detta "Primavera Araba" che con i suoi moti di protesta ha voluto affermare il diritto alla libertà contro i vari regimi che interessavano paesi come l'Egitto, la Libia e la Tunisia.
Diritti umani che rischiano di essere sacrificati anche in nome della crisi economica mondiale che sta costringendo molti stati a misure di austerità che possono portare a un incremento per esempio di comportamenti xenofobi o all'utilizzo eccessivo della forza per contrastare le proteste della popolazione.


Situazione dei diritti umani in Italia



Dal rapporto annuale 2012 di Amnesty International sul nostro Paese le principali situazioni che destano preoccupazione sono: gli sgomberi selvaggi dei campi Rom, l'inadeguatezza dell'accoglienza data ai migranti, l'aumento di episodi xenofobi e la mancata introduzione del reato di tortura.


"Sono proseguiti gli sgomberi forzati di comunità rom e la discriminazione nei loro confronti. A novembre, il Consiglio di stato ha dichiarato illegittima l’“emergenza nomadi”
(uno stato di emergenza dichiarato nel 2008 in varie regioni italiane in relazione agli
insediamenti di comunità “nomadi”). Le autorità non hanno risposto adeguatamente
all’aumento del numero di arrivi via mare di persone provenienti dall’Africa del Nord,
violando i diritti umani di migranti, richiedenti asilo e rifugiati. Razzismo e discriminazione verso minoranze quali rom e migranti non sono cessati. L’Italia non ha istituito
meccanismi efficaci per la prevenzione e la punizione della tortura e altri maltrattamenti."
(Dal Rapporto Annuale 2012 - Italia)


L'Italia non ha ancora inserito nel suo ordinamento giuridico il reato di tortura. Questo permette molto spesso azioni deplorevoli da parte delle forze di polizia nei confronti di detenuti o manifestanti.
A 10 anni dagli eventi che caratterizzarono il G8 di Genova, in particolare il massacro della Diaz e la morte del manifestante Carlo Giuliani sono ancora troppe le ombre sull'operato delle istituzioni.
Per quanto riguarda la Diaz i responsabili sono stati condannati per reati minori come l'abuso d'ufficio proprio perché manca il reato di tortura.
Per quanto riguarda le morti sotto regime di detenzione come i casi Cucchi e Uva, solo per citare i due più famosi, i processi sono ancora in corso d'opera, ma il sistema giuridico italiano ha pochi mezzi per individuare rapidamente i veri colpevoli.


Diritti umani e polizia in Italia
Con Operazione Trasparenza, Amnesty International sta chiedendo con forza al governo italiano di dotare le forze dell'ordine di adeguati strumenti, di rendere identificabili gli agenti con codici alfanumerici di riconoscimento e di introdurre il reato di tortura.
Questo sia a tutela dei cittadini che vengono fermati, che possono in caso di eventuali abusi individuare l'agente colpevole, sia a tutela di tutti gli agenti, che in questo modo possono allontanare i veri colpevoli e le poche mele marce che ne rovinano l'operato.






Leggi il Rapporto Annuale 2012


Firma l'appello di Amnesty International: Operazione Trasparenza - Diritti umani e polizia in Italia.



La Dichiarazione Universale dei Diritti Dell'Uomo